“Diffondere la cultura imprenditoriale e manageriale, supportare le imprese esistenti nei loro processi di crescita e di sviluppo, favorire la sinergia tra aziende, enti di formazione, incubatori di impresa, banche e associazioni di categoria. Sono alcuni degli interventi da mettere in atto in Sicilia per far sì che la nostra regione riesca ad essere realmente competitiva”. Lo dichiara Mario Mattei, responsabile regionale Economia e Sviluppo Economico della Dc.
“La Sicilia ha potenzialità enormi, lo sentiamo dire ormai da decenni. Ha fame di sviluppo e ogni giorno si perde l’opportunità di iniziare. È il momento di tirarsi su le maniche e – continua – cominciare a lavorare in tal senso, se non vogliamo che i nostri giovani continuino ad andare via altrove alla ricerca di opportunità che la loro terra non gli offre. È necessario, in primis, colmare i gap esistenti, dotando la Sicilia di una efficiente rete infrastrutturale (strade, porti, rete ferroviaria, aeroporti) che permetta alla nostra regione di ripartire e di candidandosi ad essere quell’ “Hub-al-centro-del-Mediterraneo” logistico e commerciale che naturalmente è per posizione geografica”.
“Ma da solo ciò non basta. È altresì importante, così come convenuto con l’amico Giuseppe Gennuso con cui spesso ci confrontiamo all’interno del partito anche sui temi economici, contribuire a far nascere e a diffondere la cultura imprenditoriale e manageriale in una terra in cui ciò non è affatto scontato, per fare sbocciare nuovi imprenditori e nuovi manager. Occorre, inoltre, supportare le imprese esistenti nei loro processi di crescita, di sviluppo e di apertura ai mercati, sia nazionali sia internazionali. In una terra in cui la vocazione imprenditoriale purtroppo – prosegue – non è spiccata come in altre regioni d’Italia e del mondo, bisogna che la Politica si faccia carico di creare le condizioni per uno sviluppo economico produttivo e sano, facendosi promotrice e favorendo la sinergia tra imprese, enti di formazione (come ad esempio Business School), incubatori di impresa, banche e associazioni di categoria. In più, deve farsi anche carico di creare e gestire in proprio dette strutture laddove non presenti per mano privata”.
“In passato si è tentato di farlo senza però riuscire nel proposito, e alla fine la scandalosa scelta è stata quella di gettare il bambino con l’acqua sporca, dismettendo le realtà pubbliche nate a supporto dello sviluppo economico e imprenditoriale. Penso ad esempio all’Isida, al Cerisdi, a Sviluppo Sicilia, enti che sono stati chiusi invece di fare in modo che funzionassero e assolvessero alla loro mission. Occorre, inoltre, rilanciare l’attività di quelle realtà esistenti come l’IRFIS e l’IRCAC. Questo è compito di chi gestisce la “res publica”, cioè quello di creare, o contribuire a creare, le condizioni affinché la comunità che governa cresca in ogni senso, culturalmente e produttivamente”, conclude Mattei.